https://www.iscannisonis.com/wp-content/uploads/2019/10/Catamarano.jpghttps://www.iscannisonis.com/wp-content/uploads/2019/10/Catamarano.jpgTre uomini a caccia di plastica su un catamarano, tappa anche a Torre dei Corsari

Tre uomini a caccia di plastica su un catamarano, tappa anche a Torre dei Corsari

Tre ragazzi, la passione per la vela e una “missione green”: circumnavigare in catamarano (un Formula 18, 5,52×2,60 m non abitabile) la Sardegna, per un totale di oltre 500 miglia, fermandosi in quindici località balneari, distribuendo a più non posso portamozziconi per ripulire le spiagge da sigarette e rifiuti. E sensibilizzando le persone sulla sostenibilità ambientale.

Due soli approdi: Torre dei Corsari e Alghero. Questa la bella impresa estiva portata a termine in 23 giorni da Dario Ricci (24 anni di Roma) e Alberto Brioschi (25, di Milano), a bordo del catamarano, e Davide Papapicco (24 anni da Santa Margherita), che li seguiva da terra in moto gestendo la logistica per gli arrivi in spiaggia. I tre sono studenti universitari del Polo Marconi della Spezia. Il progetto è stato sostenuto da Ambeco, già sponsor del solitario Ambrogio Beccaria: l’F18 è la stessa barca con cui il navigatore, con Bernardo Zin, ha stabilito il record sulla rotta Portofino-Giraglia-Portofino nel 2016.

Ecco il diario di bordo della loro avventura!

COSÌ CE L’ABBIAMO FATTA

Dopo aver accuratamente ottimizzato l’armo, studiato il meteo e aver definito le tappe, il nostro viaggio inizia il 3 luglio dalla spiaggia di Pittulongu, poco a Nord di Olbia.
Le prime tappe della circumnavigazione nella zona Nord dell’isola mettono subito a dura prova il nostro entusiasmo, visto che dopo sole 60 miglia, dobbiamo fare i conti con la rottura del bompresso durante una manovra con brezza tesa. Fortunatamente, così come per il resto del giro, incontriamo persone che con il loro aiuto ci permettono di proseguire la sulla nostra rotta, ancora più motivati.

Davide (Papapicco) svolge l’indispensabile ruolo di shore team predisponendo la logistica di terra e la risoluzione di tutti gli inconvenienti in cui ci imbattiamo. In sella alla sua moto segue infatti il percorso del catamarano e con il VHF organizza e coordina tutte le procedure di alaggio del mezzo da terra.

In tutte le spiagge toccate distribuiamo gratuitamente a bagnanti, strutture, chioschi, ristoranti e qualsiasi tipo di attività presente nei diversi lidi porta-mozziconi ecologici progettati e realizzati ad hoc per l’occasione.

Il passaggio completo del lato settentrionale risulta lento, anche frustrante, poiché, contro ogni previsione, il vento non si decide ad arrivare o, quando soffia, lo fa in modo tale da rendere impossibile la navigazione. Finalmente dopo 6 giorni, approdiamo nell’ultimo bivacco a Nord dell’isola, nel paradiso turchese della Pelosa nel comune di Stintino.

Qui il piacevole incontro con Roberto Tavazzi, figura di rilievo nel campo del windsurf, che plaude alla nostra iniziativa e ci accoglie nel suo Windsurf Center di Stintino.
Altri 3 giorni di condizioni meteo sfavorevoli ci impediscono di continuare il viaggio verso l’inospitale costa Ovest, ma ci permettono di riposare e di ripulire per bene la spiaggia dai rifiuti.

Quindi i 33 mq di gennaker e un maestrale che garantisce al Formula 18 di navigare a 15 nodi con picchi anche di 22, ci portano in sole 54 ore a lasciarci alle spalle il versante più temuto dell’isola.

Alghero e Torre dei Corsari sono stati gli unici approdi, lunghe giornate di navigazione, anche 10-11 ore con lo scafo sopravento completamente fuori dall’acqua e una serie infinita di incontri con delfini, pesci volanti, e altri uccelli, hanno sicuramente reso questa la tappa più densa di emozioni dell’intero giro.

Purtroppo, qualche ulteriore piccolo inconveniente ci ha interessati nel Sud dell’isola. Entrambi gli agugliotti dei timoni ci abbandonano rallentando, fino alla loro riparazione, la nostra circumnavigazione.

Provvidenziale come sempre l’intervento di Davide, ma anche della gente del posto che ci ha permesso di risolvere il problema archiviando tra i ricordi la memorabile unica scuffia causata dall’avaria che ci ha lasciati qualche tempo a discutere con il forte maestrale di capo Teulada.

Lungo la costa sud provvidenziale l’occasione di riposarci a casa di Alberto a Santa Margherita di Pula, dove attendiamo anche che il maestrale si calmi del tutto prima di proseguire. Dopo aver attraversato il golfo di Cagliari è stata la volta di Villasimius, dove i bagnanti incuriositi dalla nostra avventura ci offrono una cena a base di pizze e birre.

Da lì è stato dapprima un lento risalire verso l’arrivo, a causa del vento che proprio non ne voleva sapere di entrare, permettendoci di coprire non più di 20 miglia al giorno, per poi tornare a soffiare deciso facendoci passare in volata gran parte dell’est dell’isola e lasciandoci alle spalle Arbatax e il Golfo di Orosei.

Mancano ormai poche miglia all’arrivo e la data segnata sul biglietto del traghetto di rientro abbinata alle condizioni meteo soft incominciano a creare un po’ di apprensione portandoci ad allungare progressivamente le ore di navigazione e ad approdare dopo il tramonto cosa che ci costa una deriva su uno scoglio semisommerso nell’approccio “notturno” a San Teodoro.

Il mattino successivo però un po’ di stucco e si riparte per chiudere il periplo, e con le ultime planate davanti allo spettacolo di Tavolara e Golfo Aranci, rimettiamo piede dopo 19 giorni sulla sabbia di Pittulongu.

Indescrivibile l’emozione all’arrivo, a tratti facciamo fatica a renderci conto di avercela fatta davvero, di aver portato a termine un progetto così ambizioso con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di veramente bello.

Condividiamo la sensazione con tutti coloro che ci hanno aiutati nel renderla possibile, Ambeco, il Polo Universitario Marconi, famiglie e amici, ma ancor più gratificante è stato raccogliere l’entusiasmo e l’incoraggiamento di tutte le persone che abbiamo incontrato sulle spiagge, che si avvicinavano al catamarano e accettavano di buon grado i portamozziconi che porgevamo loro, quelli che ci vedevano raccogliere i rifiuti e intanto che si complimentavano ci emulavano e ci chiedevano di seguire la nostra avventura sui social.

Sono stati il risultato che ha ripagato il nostro sforzo, la conferma che il messaggio semplice che abbiamo portato attorno alla splendida Sardegna è in realtà molto potente e che le persone in grado di riceverlo fortunatamente non sono poche. Che soddisfazione. Missione compiuta!

 

Articolo originale: https://www.giornaledellavela.com/2019/10/04/tre-uomini-in-barca-a-caccia-di-plastica-su-un-catamarano-non-abitabile/